Napoli. Non ci sono stata, mai l’ho vista. Ne ho scritto tenendo in mano qualche foto, l’ho ascoltata in tante canzoni, l’ho letta in libri e racconti. E’ difficile parlare di un posto sconosciuto. Ci ho provato. Questo è un pezzetto di un lavoro di qualche anno fa, si intitola “IL MIO SUD”.
“Napoli, per esempio. Che posso dirvi di Napoli io, che ci sono passata in treno, una volta, a tredici anni, senza fermarmi. Posso giusto provare a cercare un’idea, fosse anche sbagliata, e la scrivo in tentativi maldestri, che si avvicinano alla verità, poi se ne allontanano ancora, così la verità scompare e bisogna rimettersi a cercarla.
Napoli è quella Reginella cantata in giro per il mondo.
Napoli è un filo di panni stesi che gocciolano sulla gente che passa.
Napoli è la prima città che vide mio nonno, al ritorno dalla prigionia, così è facile dire che
Napoli è la libertà di un giovane a cui tutto è stato strappato e che tutto ha dovuto riconquistare.
Napoli è onda di mare che si infrange sotto una strada, trafficata come fosse sempre l’ora di punta.
Napoli è terra vuota dentro, costruita col tufo, si consuma, cambia.
Napoli è uno strillo, insieme ad altri migliaia.
Napoli è una serenata alla finestra.
Napoli è Maradona.
Napoli è Vesuvio che dorme, e in quella sua bocca c’è il fuoco e fa paura.
Napoli è l’amore tra due, in un angolo nascosto di un vicolo.
A Napoli si spara, come ovunque nel mondo, ma Napoli non sarà mai un colpo di pistola.
Napoli è la speranza messa nelle mani di tanti figli.
Napoli è un presepe tutto l’anno.
Napoli è il suo Patrono, il suo sangue.
Napoli sta al sud, e il sud è un calore che ti si appiccica e non ti lascia più.”
“Napoli, per esempio. Che posso dirvi di Napoli io, che ci sono passata in treno, una volta, a tredici anni, senza fermarmi. Posso giusto provare a cercare un’idea, fosse anche sbagliata, e la scrivo in tentativi maldestri, che si avvicinano alla verità, poi se ne allontanano ancora, così la verità scompare e bisogna rimettersi a cercarla.
Napoli è quella Reginella cantata in giro per il mondo.
Napoli è un filo di panni stesi che gocciolano sulla gente che passa.
Napoli è la prima città che vide mio nonno, al ritorno dalla prigionia, così è facile dire che
Napoli è la libertà di un giovane a cui tutto è stato strappato e che tutto ha dovuto riconquistare.
Napoli è onda di mare che si infrange sotto una strada, trafficata come fosse sempre l’ora di punta.
Napoli è terra vuota dentro, costruita col tufo, si consuma, cambia.
Napoli è uno strillo, insieme ad altri migliaia.
Napoli è una serenata alla finestra.
Napoli è Maradona.
Napoli è Vesuvio che dorme, e in quella sua bocca c’è il fuoco e fa paura.
Napoli è l’amore tra due, in un angolo nascosto di un vicolo.
A Napoli si spara, come ovunque nel mondo, ma Napoli non sarà mai un colpo di pistola.
Napoli è la speranza messa nelle mani di tanti figli.
Napoli è un presepe tutto l’anno.
Napoli è il suo Patrono, il suo sangue.
Napoli sta al sud, e il sud è un calore che ti si appiccica e non ti lascia più.”