Nella mia vita non so quanti libri ho letto, ho perso il conto o forse non l’ho mai tenuto. Ma tra i tanti, alcuni sono più indimenticabili di altri. Il piccolo principe è uno di questi, è l’ultimo che ho letto a mia nonna, nei pomeriggi di un’estate caldissima, la nostra ultima estate insieme. Si meravigliò per quella volpe che parlava. Lo rileggo spesso, mi riporta quello sguardo buono e meravigliato di mia nonna, lo stesso che vorrei avere io. Un saluto lungo, indimenticabile, difficile, potente, che m’ha fatto immaginare un volo che ci ha separate senza però poterci dividere…
Non so quanti lettori abbia avuto, quanta gente si sia affacciata su queste pagine, un libro non è prezioso per quanti lo hanno letto. Credo piuttosto che le storie siano universali quando non mentono, quando raccontano cose assurde e tu finisci per crederci e pure per identificarti con quello che succede ai protagonisti per quanto ti appaia impossibile. Questa storia ha il potere di scansare il cinismo, di far tornare bambina quella parte che è cresciuta e ha perduto la grazia necessaria per riconoscere la vita, amarla…il piccolo principe è la vita stessa, l’incontro dell’uomo con la vita stessa, senza schermi, illuminata da cose assurde ed impossibile agli occhi di chi non sa credere più. Riaccende speranza, “educa” al bello. Regalatelo, è tra i regali più belli che potrete fare o ricevere…io ne ho quattro copie…inutili? No. Necessarie tutte.