Devo il mio piacere per la lettura a Italo Calvino, ai suoi racconti, alle sue Lezioni Americane, agli spazzi in cui la sua scrittura è diventata per me una possibilità. Non sto facendo bene il mio lavoro, ma so che se con onestà e impegno mi metterò davanti a un foglio, avrò fatto già un primo passo importante. Lui ha scritto tutto lo scrivibile, mi sento una mollica di pane su una tavola imbandita, inutile rimanenza di una meraviglia che è già stata servita. Per questo sempre più forte in me è il desiderio di leggere, leggere senza dover pensare alla scrittura. Devo a Calvino tante notti in cui leggere è stato accendere una luce nel buio e vivere avventure straordinarie.
Ci sono molti scrittori straordinari (e anch’io mi sento a volte come se tutto lo scrivibile fosse già stato scritto), ma anch’io nutro un affetto particolare per Calvino (tra altri)
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