A chilometri di distanza.

A chilometri di distanza è il titolo di una storia che troverete online su Wattpad. Una storia che sta nascendo, capitolo dopo capitolo, sotto gli occhi del lettore. Wattpad è una piattaforma di scrittura e lettura…ci si trovano storie di tutti i generi, alcune molto lette, commentate, condivise, altre stanno nascendo, sono più timide, meno viste e ascoltate. E’ il caso di questa storia, che vi invito a leggere, perché è scritta bene, perché i vostri commenti l’aiuteranno a completarsi, perché è una storia che vale la pena continuare, a scrivere e a leggere. Forza Elisa, continua e facci sapere come va a finire!!!!

 

Come gli sarà venuto in mente?

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Non conosco le ragioni di questa proposta, forse nemmeno voglio conoscerle. Voglio continuare ad ignorare i motivi per cui un ministro possa proporre una cosa così.

Perché io credo negli inediti chiusi nei cassetti, in quelli bocciati, in quelli rifiutati e credo al dolore, fortemente privato, che uno che vuol fare lo scrittore di mestiere prova ad ogni porta sbattuta in faccia. Non c’è biblioteca di inediti che possa trovare una sua ragione d’essere, che possa alleviare l’amarezza che condisce un rifiuto. Gli inediti sono sacri fino a che appartengono alla sfera privata, e sono per solito scritti male, per questo non vengono editati. Io ho un cassetto di inediti che straborda. Non li affiderei a nessuna biblioteca, non hanno a che vedere con la letteratura, con i libri che dovremmo imparare a leggere. Sono inediti, spesso in attesa o spesso dimenticati. Parlo per me…i miei inediti nutrono il mio desiderio di scrivere davvero, di arrivare a scrivere una buona storia, che domani un editore pubblicherà e potrà finire in una libreria, poi in tante case, su tanti comodini, tra tante mani, sotto tanti occhi, e alla fine pure in una biblioteca, una di quelle che in questa misera Italia non sanno come sopravvivere vista la carenza di fondi. Sogno e lavoro, alle spalle ho tanti inediti, mi ammazzo di scrittura per tirare fuori finalmente una buona storia che sia letta e condivisa. Al ministro Franceschini consiglierei di andare in una biblioteca qualsiasi, fatta di libri scritti e consumati, di storie lette e rilette, che hanno nutrito i sogni di chi continua a scrivere inediti senza futuro, e comunque non si rassegna, tiene duro, lavora senza guadagno alcuno, solo per il rispetto verso la letteratura e il suo passato, senza guadagno fino a che il suo non sarà un buon lavoro e non avrà bisogno di contentini, di false speranze, ma di una buona politica che incrementi la cultura. Una biblioteca di inediti, così a prima vista, incrementa il becero che promette facili traguardi con poca fatica. In un paese in cui si scrive tanto e si legge poco, vedrà quanti voti avrà con questa proposta, caro Ministro! Contento lei…

Un progetto tutto da leggere, tutto da vedere, tutto da scoprire…

http://www.soultrotters.it/

Soultrotters è un progetto artistico collettivo di storytelling digitale. Al centro i soultrotters appunto, esploratori dell’anima, persone che hanno scelto di vivere la loro vita in profondità, con tutte le contraddizioni e gli slanci che ogni vita porta dentro di se. Nato nel 2014. Soultrotters è diventato un almanacco quotidiano, e nel 2015 ha assunto una cadenza settimanale che compone un ventaglio che porta freschezza e aria nuova.

Un viaggio nell’anima di tanti personaggi che tornano a vivere, perché ancora raccontati e per questo mai dimenticati.

Un viaggio fatto di tante tappe, in cui potrete incontrare le voci di soultellers, soulmakers, soulvoices che nei tanti modi della narrazione, parole, immegini e suoni, hanno scelto di raccontare l’anima dei Soultrotters.

Basterà che vi colleghiate e accendiate la parte più curiosa di voi, la vostra voglia di scoprire e conoscere, il desiderio di essere coinvolti e trasportati in un mondo fatto di gente.

Con un semplice clic del mouse, si finirà in una piazza in cui ci si può incontrare, ci si po’ conoscere e riconoscere.

Speranze che corrono dietro a un pallone

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SI fa un gran parlare del calcio malato. Eppure io non mi fermo alla notizia di prima pagina. Credo sia malato un certo modo di scrivere e dare importanza solo a certi fatti. Io sogno un giornalismo, un modo di leggere le storie quotidiane con più intelligenza, meno approssimazione, che non faccia sempre e solo il megafono per chi ha già la voce grossa, ma sia un microfono per chi non può parlare mai. Dopo gli episodi condannabili che sono emersi, il calcio per me rimane comunque uno tra i giochi più belli che l’uomo si sia inventato (sempre che poi l’uomo se lo sia inventato, forse il calcio c’è sempre stato, forse c’era solo da scoprirlo). La palla passata di piede in piede, palleggiata con maestria, azioni da gol magistrali, degne delle più grandi partite tra grandi campioni, in stadi da sogno. Il calcio giocato in piazza dopo i compiti, proibito per punizione quando a scuola si è asini più asini di un asino vero. Il calcio usato perché ci si tiri fuori da un carcere in un’ora d’aria un poco più clemente, il calcio improvvisato sulla terra rossa africana, che strappa sorrisi alla miseria. Il calcio delle figurine, quello degli oratori, quello in cui una scazzottata mette a posto le cose ma subito dopo (o magari anche solo dopo mesi, anni) insegna a chiedere scusa di una prepotenza. Quello giocato anche dalle donne, perché possiamo farlo certo!!!! Quello giocato da chi si ostina ma proprio non gli riesce. Il calcio, quello che fa meno rumore, quello di tutti i giorni, in mille modi, per milioni di persone al giorno, quello che una foto come questa racconta più di tutte le mie parole.

Io sto con Erri

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Il processo a Erri De Luca, alle sue parole, è un evento imbarazzante per la storia, che sembra tornare indietro, calcare impronte di passi vecchi. Le parole sono libere e nessun processo le condannerà. Ci sono sentenze degli uomini che non riguardano la giustizia. Io sto con Erri, in un paese in cui tanti parlano di diritto e libertà d’opinione e in pochi si adoperano perché sia davvero così. Io sto con Erri perché uno scrittore processato è un’involuzione, sempre che un’evoluzione ci sia stata.

One day. Un giorno.

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In poche parole questa è la storia di due che si incontrano, un giorno, e da quel momento si conosceranno dentro a un legame fuori dal comune, continuando ad incontrarsi un giorno all’anno, trovandosi per un giorno all’anno, ogni 15 luglio, l’uno nella vita dell’altra, qualsiasi vita sia. Il film viene da un libro, che non è quasi mai una cosa buona, nel senso che quasi mai un film riesce a raccontare bene un libro. Non è questo il caso. Sono perfetti i protagonisti, perfetta è la storia, da non sembrare possibile ed è questo il bello di ogni storia: la possibilità di vedere accadere qualcosa che crediamo impossibile. Questo film, il libro da cui è venuto, raccontano una storia forse poco reale, ma la realtà non conta in un film. Ogni storia si stacca dalla realtà, non le appartiene ma la raggiunge, per raccontarci qualcosa di noi che conosciamo bene, quindi riconosciamo, o che impariamo perché sconosciuto fino a quel momento. A me ha regalato un’emozione e la speranza che un sentimento può non finire mai ecco, un certo senso di infinito che lotta contro la brevità del tempo.

La grande bellezza

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Credo al cinema, alle immagini che scorrono e non hanno fretta, come queste. Non c’è alcuna fretta nella Grande Bellezza, non c’è nel film, non viene chiesta a chi guarda. Io l’ho visto un paio di volte. Mi sfugge qualcosa, non ho fretta di capire tutto. Sfugge qualcosa ed è un bene, tutto subito sarebbe noioso. Ma c’è una cosa invece che ho intuito al volo: personaggi come lui sono il desiderio impossibile di chi scrive, di chi vuol raccontare. Sono lampi di genio in mezzo a tanta fatica del narrare.